Ecco signor giudice, non ho altro da aggiungere.Da cio che le ho scritto tragga le conclusioni che crede, tanto, lo avrà capito, non è a lei che sto parlando, ma alla mia coscienza, al mio giudice interiore, e quello,nonostante tutte le giustificazioni che disperatamente cerco, mi ha gia condannato, anche se non fossi stato io a commettere il fatto. E lo sa perche, signon ha signor giudice? Perchè non ha condannato il fatto in se, ma la vita che mi ha portato a compierlo.Attendo rispettosamente la sua sentenza.Premessa: LORENZO LI CALZI (si scritto in maiuscolo per amore e rispetto) è un grande scrittore. Uno di quelli grandi. E' un po come la cioccolata, la salernitana una partita di calcio inglese, un amica, un birra, un paio di tette, nick hornby, un sorriso di chi ami, fabrizio (de andrè), i clash, tom yorke. Sono cose che non si discutono. Si amano.
Anche se io non sono un LICALZIANO che va ai suoi incontri anche perchè LICALZI non è uno che si vende e pontifica dalla bignardi.
Quello che leggete in grassetto è l autocoscienza di un fallimento. E' un uomo che scrive per raccontarsi e difendersi (?) dallo sterminio della sua famiglia. Che raccontato questo libro sembra riduttivo. Perchè è un libro di racconti brevi..ma cosi brevi che diventano profondi. tanto da alzarti e dire:Vaffanculo c'è un mondo fatte di persone come me.
Di storie..vere.